1. EST. PIAZZA - GIORNO Un uomo (30 anni) dall’aria poco rassicurante è a guardia dei suoi uccelli esotici in un angolo riparato dell’anonima piazzetta del paese. Quel commercio richiama molte persone. Tuttavia, ciò che appare inverosimile è che a comprare i piccoli volatili vengono quasi sempre ragazzi. Difatti vediamo un movimento incessante di giovani o giovanissimi, maschi o femmine, da soli o a coppia, che arrestano i motorini davanti alle gabbie. Lo sviluppo dell’azione ha sempre la stessa dinamica: contrattazione e scambio. Ora di fronte all’uccellaio c’è Concetta (15), la nostra protagonista. uccellaIO Canarino o cardellino? concetta Il solito cardellino. uccellaio Questo è un cardellino di razza, Concettì. Sono 100 euro. salvo Sei sicuro che è buono? uccellaio Ti sei mai trovato male con me? L’uccellaio da una gabbietta a Concetta che in cambio gli porge la cifra concordata. Le numerose persone che popolano la piazza sembrano del tutto disinteressate alla faccenda. Un simile commercio non può non attirare la curiosità dei passanti, eppure tutti preferiscono girare al largo. Concetta sale sul motorino dove l’aspetta il ragazzo, Simone. Mette in moto e vanno via. stacco su: 2. est. posto nascosto - giorno Concetta estrae qualcosa dal fondo della gabbia. Tira fuori dalla borsa una piccola cintura e un cucchiaio usurato. Mette un po’ di quella roba tirata fuori dalla gabbia nel cucchiaio e aiutandosi con la fiamma di un accendino comincia a squagliarla. Simone è più distante, a fare da “palo”. dissolvenza in nero:
3. est. piazza giorno - giorno GRUPPI DI RAGAZZI con i loro motorini si fermano ripetutamente dall’uccellaio. Arrivano anche Simone e Concetta, ma prima che scendano dalla sella una vettura dei carabinieri (o polizia) irrompe nella piazza. In una scena concitata in cui tutti fuggono i poliziotti (o carabinieri) effettuano l’arresto dell’uccellaio. Anche Concetta e Simone fuggono via. stacco su: 4. est. casa concetta - giorno Concetta è in piedi di fronte al cancello della sua abitazione e Simone è ancora seduto sul motorino. COncetta E adesso? Come facciamo? SImone Non preoccuparti, conosco qualcuno che ci può aiutare. Ci vediamo dopo. concetta Non farmi aspettare troppo. Non ce la faccio più. I due si baciano e si salutano. stacco su: 5. int. casa concetta / cucina - giorno Concetta siede a tavola con il PADRE, la MADRE, e la SORELLA. Tutti mangiano voracemente, mentre Concetta affonda lentamente la forchetta nel piatto senza ingerire nulla. Dal volto si nota una leggera sofferenza. Ad un tratto si alza dalla sedia e sta per uscire dalla cucina quando un dolore lancinante allo stomaco le toglie quasi il respiro. Madre Concè dove vai? Non l’hai toccato proprio il piatto. concetta Non ho voglia. MAdre Nino le dici che deve mangiare? Padre Concy siediti e mangia. concetta Ho detto che non ho fame… 6. camera di Concetta Concetta entra in camera quasi piegata in due dal dolore. In volto i segni della sofferenza e del nervosismo. Prende il cellulare. Compone un numero. concetta Simo… allora? L’hai trovata? Si ti prego fai presto… sento che mi sta arrivando la crisi! Si… portamela qua. Mi fai uno squillo e scendo. Fai presto amore. Ti giuro che poi smetto! Si siede sul lettino. Una fitta. Comincia a stare male davvero. Prende a sfasciare tutto ciò che le si presenta davanti: la sedia, il lenzuolo, dei giornali. Ad un tratto il suo impeto si arresta e si getta in terra urlando assumendo una posizione fetale. Concetta (ansimando) Non ce la faccio… non ce la faccio più… aaahh!!! Entra in quel momento nella stanza Nino, attirato dai lamenti della figlia. La raccoglie dal pavimento e la fa sdraiare sul lettino. Lei suda freddo, sta male. Nino prende la cornetta del telefono. Entra anche la moglie nella stanza. È preoccupata, avvilita, ansiosa. madre Un’altra volta Nino?! nino Qual è il numero del SERT? madre Non me lo ricordo… aspè che lo vado a prendere. Nino intanto carezza la fronte della figlia, cerca di farle sentire la sua presenza, di rincuorarla. nino Figlia mia, ma perché ti stai uccidendo?! Arriva di nuovo la madre di Concetta, ha un foglietto in mano. Lo dà a Nino, mentre va a sistemarsi sul lettino accanto alla figlia ansimante. madre Eccolo, Nino. Preso il foglietto col numero Nino comincia a comporre il numero. stacco su: 7. int. auto in corsa - cont. Nino guida in modo “spericolato”: brusche accelerate, frenate e sterzate contraddistinguono la sua guida. Concetta è stesa sul sedile posteriore. Soffre, ha le braccia che cingono come in una morsa lo stomaco. Ad un tratto un motorino affianca l’auto in corsa. E’ Simone e le fa un cenno con la testa. Nino si accorge della scena. NIno Chi è questo? Che diavolo vuole? Lo conosci? concetta No, non lo conosco. nino (isterico) Che vuole da te? Mandalo via… concetta Stai zitto cazzo… zitto! Nino, innervosito, accelera e semina il motorino. Concetta guarda indietro il ragazzo che non riesce a stare dietro all’auto. L’auto si arresta ad un semaforo rosso. Concetta di scatto apre la portiera dell’auto e inizia a correre per raggiungere il ragazzo. Il padre è sorpreso. nino Concetta fermati dove vai? Concetta ha già raggiunto Simone. Sale sul motorino e prendono una traversa. stacco su: 8. est. vicolo - cont. Concetta e Simone ora hanno fermato il motorino e parlano tra di loro. simone Dovresti smetterla con sta merda. concetta Si, si hai ragione. Ti ho promesso che è l’ultima volta. simone Si me l’hai promesso pure la settimana scorsa.
concetta Non rompere pure tu. Me la dai o no? Simone dalla tasca estrae il pacchetto, sconfitto e scoraggiato. simone Quello vuole i soldi. concetta Lo pagherò… giuro. Però ora dammela, ti prego. In lontananza, nella scena, appare Nino che corre verso Concetta. Lei impaurita comincia a scappare. Nino la rincorre. Simone a sua volta mette in moto il mezzo e scappa via. Concetta cerca un posto dove rifugiarsi. Vede la chiesa di fronte a se. Corre verso l’entrata. stacco su: 9. int. chiesa - cont. Concetta entra rapidamente in chiesa, del resto vuota. Percorre tutta la navata, si guarda intorno, con frenesia. Vede di fronte a sé la porta della canonica. La raggiunge. Correndo perde la bustina di roba. La bustina resta sul pavimento finché una mano non la raccoglie. 10.est. chiesa Nino è di fronte all’entrata. Affannato per la corsa. Tiene le mani sulle ginocchia e respira a fatica. Poi entra anche lui. 11.int. chiesa Nino si guarda intorno cercando con lo sguardo sua figlia. Ma non la vede. Una voce desta la sua attenzione. evelina Nino. Nino Evelina… sei tu? evelina Da quanto tempo non entravi in questa chiesa? nino Non me lo ricordo più. evelina Immagino che tu sia qui per quella ragazza che è entrata prima… correndo. nino Concetta? L’hai vista allora? Dove sta? evelina È in canonica. Nino si sta avviando verso la canonica, ma Evelina lo prende per un braccio. evelina Lascia che le parli io. stacco su: 12.int. canonica Concetta cerca nelle sue tasche la roba. Non c’è. concetta Ma dove cazzo l’ho messa? A questo punto la cerca ovunque, in maniera irrazionale. Si muove come un felino in gabbia. Va a aventi e indietro. Comincia a tirare dei calci agli oggetti che trova. Tra questi c’è una vecchia “vara”. È su quell’oggetto che si accanisce la furia di Concetta. In quel momento entra Evelina. evelina Concetta. Istintivamente Concetta prende una delle assi di legno della vara e la brandisce contro la donna. evelina Tu sei la figlia di Nino, non è vero? concetta Che vuoi da me? evelina Stai cercando qualcosa. concetta Lasciami sola, vattene! evelina Stai cercando quella schifezza nella bustina? concetta L’hai presa tu, brutta stronza! Dammela, è mia! evelina Stesso carattere di tuo padre. concetta Che ne sai di mio padre?
evelina La vara dietro di te… anzi quello che resta di quella vara… l’ha costruita tuo padre oltre trent’anni fa. E io ero con lui. Ora sta qui fuori che ti aspetta… lo stai distruggendo Concetta, come hai distrutto quello che lui ha costruito quando aveva la tua età. Concetta si guarda intorno, ora si rende conto di cosa ha sfasciato. concetta Non ci credo che l’avete costruita voi due! evelina Ti faccio vedere una cosa. concetta Che cosa? Evelina non risponde. Va ad un cassetto ed estrae un mazzo di vecchie foto. Le porge a Concetta. Sono vecchie foto in cui è ritratto Nino e altri ragazzi, trent’anni prima. flashback. anni 70. 13.int. chiesa – mattino UN RAGAZZO (Nino) si sta confessando. Insieme a lui UN GRUPPO DI AMICI. 14.est. cortile - giorno I ragazzi giocano a pallone. 15. est. cortile chiesa – pomeriggio Nino insieme al gruppo di amici ed in particolare ad EVELINA, una sua cara amica, costruisce una “vara” per la statua di San Sebastiano. Nino è l’artefice del progetto e anche uno dei più attivi nella lavorazione. Ha un carattere esuberante, gli piace scherzare. Prende spesso in giro i compagni con scherzi di qualunque tipo. A volte esagera, ma si fa voler bene. Ad un tratto arriva DON RICCARDINO, i parroco della chiesa, che chiama a raccolta i ragazzi. Il gruppo entra rapidamente dalla porta principale. Solo Nino tiene con se la “vara” e si avvia verso la canonica, nascondendola li. don riccardino Forza ragazzi lasciate perdere quell’affare e venite dentro. 16. int. chiesa – cont. Don Riccardino impartisce ai ragazzi lezioni di catechismo. Premia l’impegno dei ragazzi, ma punisce coloro che non si applicano. Porge delle caramelle ad alcuni che rispondono bene alle domande di Evelina che aiuta don Riccardino nel catechismo. Poi evelina si rivolge a Nino evelina Allora Ninuzzo quanti sono i peccati capitali? nino (ridendo) Tre evelina Tre? nino Si tre: sbagliare il calcio di rigore, andare a scuola tutti i giorni e… Don Riccardino, sempre prodigo nell’elargire punizioni, lo colpisce con uno scappellotto per porre fine allo scempio degli insegnamenti religiosi. don riccardino Ah Nino… Nino sei sempre lo stesso! Sei un caso disperato. Tutti ridono. don riccardino Silenzio! Fate silenzio. (pausa) Che caldo oggi… chi mi va a prendere un po’ d’aranciata? Nino alza subito il braccio nino Ci vado io Don Riccardino. don riccardino Ti sei pentito eh? Bravo, bravo. Lo apprezzo. Vai Ninuzzo, vai. Nino esce dai banchi e arriva nella canonica. 17.int. canonica Nino è chiuso ora in questa piccola stanza. Nessuno potrà vederlo mentre si apre i pantaloni sul davanti per riempire la bottiglia di pipì. Dopo avere armeggiato un po’, si risistema ed esce per tornare in chiesa. 18.int. chiesa Quando vedono spuntare Nino dalla canonica con la bottiglia in mano, a fatica i suoi compagni trattengono i loro risolini perfidi: uno solo di loro ha agito, ma tutti condividono la punizione, perché tutti prendono colpi alla testa. Sul parroco che sta per portarsi la bottiglia alle labbra si chiude la scena, prima che avvenga un’esplosione di risate. TORNIAMO AL PRESENTE. 19.INT. CANONICA Evelina e Concetta sono sedute vicine. Sorridono divertite. concetta Non pensavo che mio padre fosse capace di queste cose. evelina Anche i nostri genitori sono stati ragazzi, ma a volte lo dimentichiamo. È come se il loro passato lo vedessimo a occhi chiusi. Silenzio. Concetta sembra malinconica. evelina Perché non vai fuori Concettina? Ti sta aspettando tuo padre. Lui ti vuole troppo bene e gli stai dando un dolore fortissimo. Fatti aiutare. Concetta la guarda senza dire nulla. Poi improvvisamente si getta al suo collo per un abbraccio commosso. Evelina la stringe, le dà calore, la carezza. 20.int. chiesa Dalla porta della canonica esce Concetta visibilmente provata da tutte queste emozioni. Tra i banchi seduto, triste, l’aspetta suo padre. Quando lui la vede uscire si alza in piedi. Il loro incontro per ora si ferma agli sguardi che percorrono veloci la navata. Sono ancora distanti ma per poco. Concetta trova il coraggio di avvicinarsi. Quando sono vicini… concetta Andiamo papà? nino Si, figlia mia. Uno accanto all’altro si avviano ad uscire dalla chiesa e poco prima di varcarne la soglia, Nino porta il braccio sulle sue spalle a cingerla. Lei di tutta risposta poggia la sua testa sulla spalla del padre. Escono nella luce del giorno. FINE
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